Seggiolini auto: passa alla Camera la legge per rendere obbligatori i dispositivi “anti-abbandono”
Un segnale luminoso e uno acustico avviseranno i genitori della presenza del bambino in auto anche quando si spegne la macchina, così da evitare che i bimbi vengano dimenticati dentro l’abitacolo. La Commissione Trasporti della Camera ha approvato la proposta di legge che prevede l’obbligo di montare i dispositivi “salva-bambini” sui seggiolini auto. Il provvedimento adesso passerà al Senato per il sì definitivo.
Seggiolini salva bebè: come funzionano
I seggiolini salva-bebè avranno un sensore che rileva la presenza del bimbo sul seggiolino installato in auto. Una volta che la persona al volante esce dalla vettura “dimenticando” il piccolo a bordo, viene emesso un segnale acustico di allarme e viene inviato un messaggio sulla chiave dell’auto o sul cellulare del proprietario.
Seggiolini salva bebè: cosa cambia
Il testo di legge prevede esclusivamente un obbligo di utilizzo per chi trasporta bambini fino a quattro anni. Le sanzioni per chi non lo utilizzerà saranno una multa da 81 euro, una decurtazione di 5 punti e, in caso di recidiva nel biennio, la sospensione della patente da 15 giorni a due mesi.
Seggiolini salva bebè: quanto costeranno
La legge Meloni sui seggiolini salva bebè prevede l’obbligo dei dispositivi acustici dal 1 gennaio 2019 che potranno salvare tantissime vite. Il ministro Toninelli promette che ci saranno incentivi per l’acquisto di questi sensori già a partire dalla prossima legge di Bilancio.
Il testo della legge infatti apre la porta alla possibilità di prevedere “agevolazioni fiscali, limitate nel tempo” ma l’arrivo dello sconto dipenderà dall’esito dell’interlocuzione tra Mit e ministero dell’Economia che dovrà recuperare le risorse. Il dispositivo potrebbe avere un costo intorno ai 100 euro, sui quali lo Stato potrebbe applicare l’Iva agevolata.
“Quando si introduce un obbligo si devono prevedere anche tutele per le famiglie, quindi i seggiolini dovranno essere totalmente gratuiti allo scopo di evitare ignobili speculazioni sull’esigenza di tutelare i bambini”, chiosa il Codacons.
In Italia sono dieci i casi accertati tra il 2011 e maggio 2018. L’ultima vittima a maggio scorso è stata una bimba pisana di un anno.
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